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Parole incrociate e rebus fanno bene alla mente e al vocabolario

Cimentarsi con cruciverba e rebus fa bene: all’umore (se piace in genere), alla memoria, al vocabolario. Ne ero consapevole osservando da sempre parenti o amici più anziani dilettarsi con parole incrociate e giochi di memoria e vedendoli evidentemente conservare anche in età avanzata una notevole velocità di pensiero e associazione di idee, capacità di ragionamento e attenzione al particolare, di padronanza di linguaggio e ricchezza di vocabolario.

È scientifico. E divertente
Mi è capitata tra le dita una serie di articoli che rimanda a più studi di prestigiose università (Exeter UK e San Diego USA, per citarne due) commissionati in alcuni casi da associazioni legate a malattie senili (per esempio la Alzheimer’s Association International Conference – Aiic) che lo mostrano con chiarezza: cruciverba, rebus e giochi di parole allenano la mente.
Tutti hanno fatto utilizzare questo tipo di giochi, per periodi diversi e congrui (fino a 18 mesi in alcuni studi), a gruppi di adulti sopra i 40 anni mostrando la differenza di reattività, capacità di concentrazione e varietà di parole conosciute rispetto a gruppi che –indipendentemente dal grado di istruzione– non svolgevano regolarmente giochi di enigmistica.

Guardiamoci attorno. Torniamo a giocare e a leggere
Gli autori dello studio dell’Università di Exeter sostengono che “le funzioni cerebrali degli incalliti solutori di parole crociate sono equivalenti a quelli di persone che hanno dieci anni meno di loro”. Questa affermazione si riferisce alla velocità di ragionamento grammaticale e alla accuratezza della memoria a breve termine, ma non negano che far lavorare costantemente il cervello con giochi enigmistici sia di aiuto contro l’insorgenza delle difficoltà senili.
Osservate le persone, anche piuttosto anziane, che hanno sempre conservato il gusto e la curiosità per l’enigmistica e la lettura di riviste di attualità e informazione non dozzinali. Vi sarà impossibile non notare una velocità nel ragionamento e nell’associazione d’idee, e una proprietà di linguaggio non comuni ad altri loro coetanei.

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